Modellare il Cernit – Daniele DePaola
3 Ottobre 2007Lo Scudo e l’Aquila – M. Giuliani
9 Ottobre 2007I modelli
Entrambi i kit sono di produzione Accurate Armour, e, visti il prezzo e la difficoltà di estrazione dei pezzi dalla matrice, nonché le istruzioni non proprio chiare, sono consigliabili a dei modellisti esperti. Vi consigliamo inoltre di acquisire della documentazione, sia per la costruzione che per le modifiche.
Noi lavoriamo in questo modo, internet è un ottimo strumento, ma anche i libri ed i photofile sulle riviste possono essere estremamente utili.
I mezzi sono stati costruiti praticamente da scatola, ad eccezione di alcune piccole migliorie come i lacci dei carichi del cannone, i fili dei freni delle ruote del cannone, le scalette del Matador, i lacci del telone, le centine del telone, l’interno della cabina.
Siamo soliti limare la base delle ruote per dare l’effetto del peso sul copertone evitando così quel senso di “sospeso” che hanno i veicoli in genere. I figurini sono della resicast e sono anch’essi da scatola a parte una testa sostituita. Abbiamo dipinto i pezzi con una base costituita da un mix dark green della humbrol e giallo ocra. Dopo aver atteso i soliti tempi di asciugatura, si è proceduto ad un lavaggio generale con terra d’ombra ad olio; dopo con dell’ ocra pallido e anche del bianco ad olio abbiamo creato un po’ di sfumature sulla tonalità di verde. Le scrostature sono state effettuate con i colori acrilici prestando attenzione alle zone di maggior usura. Il grasso degli ingranaggi sulla base del cannone è stato riprodotto con nero di seppia della rembrandt mischiato con la polvere earth, in un secondo momento ripassando nel centro della macchia sempre con del nero si ottiene un buon effetto. Le insegne del 61. medium regiment fanno parte delle decals della scatola mentre le stelle bianche, che rappresentavano il simbolo di riconoscimento degli alleati, sono state spruzzate con le mascherine. Il mezzo è stato infine impolverato per renderlo omogeneo con il terreno.
L’ambientazione
I pezzi al traino che si vedono, solitamente sono collocati su basi di legno. A noi in realtà piace sempre ambientare il mezzo, crediamo che l’ambientazione sia una parte importante perché lo colloca nel suo periodo storico e nella sua realtà operativa. Non deve essere però un semplice elemento decorativo, ma va studiato l’ambiente operativo, le condizioni meteorologiche e l’impostazione della basetta.
Dal punto di vista dell’impostazione, fare una basetta piatta e lunga rischiava di disperdere il mezzo col traino. Devo ammettere che Emilio ha un notevole senso dell’ambientazione oltre alla bravura che tutti gli riconosciamo, è nata cosi da una sua intuizione l’idea di creare una leggera altura alle spalle del modello che potesse fargli da sfondo e allo stesso tempo richiamare la vegetazione della Normandia, quei folti tratti di Bocage lungo le strade, spesso sfruttati dai tedeschi per tendere agguati ed occultare i mezzi dalla ricognizione aerea alleata.
I rilievi sono stati creati con della balsa, sopra la quale è stato steso il das opportunamente sagomato e testurizzato. Sassi di varie dimensioni vi sono stati collocati a das ancora fresco con l’ausilio del vinavil. A das essiccato si è proceduto alla pittura del terreno, nelle sue varie sfumature sempre con i colori a smalto. Dopo abbiamo collocato i vari cespugli praticando dei buchi nel terreno ed incollandoli con vinavil. Alcuni cespugli sono naturali altri provengono dai kit degli alberi di modellismo ferroviario.
Il palo della luce, spezza la continuità dell’altura cosi come il cartello spezza la verticalizzazione del palo. Elementi come una tanica rossa, dei fogli di carta o dei stracci, sono fondamentali in questo caso. Una basetta cosi lunga ha infatti bisogno di elementi che non la rendano monotona. La strada è leggermente in diagonale e ad un angolo è stata abbandonata una Zundapp tedesca frutto ormai di una ritirata dovuta all’impari lotta contro degli eserciti che avevano mezzi e supremazia aerea. I figurini, danno un po’ di vita alla scenetta senza però togliere l’attenzione dal mezzo.
Il tocco finale, quello che ha veramente reso questo modello affascinante è da attribuire sicuramente alle enormi quantità di birre Pilsner (niente pubblicità) consumate durante la lavorazione … ovviamente non imitateci!!!