Gli elementi caratterizzanti il Corpo dei Bersaglieri – R. Rusconi
20 Ottobre 2007Duxford (GB), 12-13 Luglio 2003 – M. di Massimo e R. de Cinti
21 Ottobre 2007Prima di tutto parliamo di cavalli, quelli veri, è un argomento molto vasto sia per la quantità delle razze stesse, quindi cercheremo di riassumere velocemente i diversi tipi di mantello senza approfondire altre particolarità, molto interessanti, ma poco importanti per il tipo di lavoro che ci apprestiamo ad eseguire per il quale non serve di certo una laurea in zoologia.
I mantelli si distinguono in semplici, (bianco, sauro e morello) peli di un unico colore; composti a due colori separati (baio, isabella, falbo e sorcino); composti a due colori mescolati (ubero, grigio); composti a tre colori (roano) a due pelami (pezzato).
Il mantello può anche presentarsi pomellato, cioè presentare macchie rotonde dello stesso colore, ma diverse tonalità rispetto al colore di fondo.
Il mantello grigio con testa ed arti neri viene definito testa di moro.
Le macchie bianche sulla testa prendono vari nomi secondo la forma e l’estensione: stella, lista, ecc.. Le balzane sono macchie bianche nelle parti inferiori degli arti.
Ora parliamo del materiale occorrente per realizzare il nostro cavallo.
La tecnica che useremo è quella mista cioè colori ad olio e colori acrilici. Perché questa scelta?
L’olio ha il grande vantaggio di avere una lenta essiccazione e ciò permette di eseguire le molte sfumature del mantello di un cavallo e poi una volta essiccato lascia un patina semilucida che rispecchia i riflessi del crine.
L’acrilico ci serve sia come preparazione del colore di fondo prima di dipingerci sopra ad olio e sia come mezzo per eseguire la criniera, la coda, gli occhi e tutte le altre rifiniture.
Un consiglio per i colori, sia ad olio che acrilici, è quello di usare sempre colori di buona qualità, specialmente per l’olio evitare i colori in cui è riportata la dicitura imit (imitazione) o quelli di serie economica poiché la loro resa è molto scarsa e ne risentirà parecchio la qualità del vostro lavoro. Quindi usare i colori professionali, la “tasca” ne risentirà un pò , ma credetemi ne vale la pena. Di marche ve ne sono tante molto buone: Musini, Winsor&Newton, Maimeri ecc..
Per i colori acrilici vi consigliamo i Lifecolor: ideali nella pittura dei soldatini, ottimi nel nostro caso per la fluidità e per la loro corposità.
Per i pennelli oltre al solito triplo “0” usato anche per i soldatini è utile un pennello piatto possibilmente numero “0”.
E “dulcis in fundo” tra il materiale occorrente una foto della razza del cavallo che dobbiamo eseguire è utilissima.
Dopo aver montato e pulito il nostro pezzo e dato una o due mani di primer iniziamo il lavoro di pittura.
Il cavallo che vogliamo dipingere è un bel sauro (mantello semplice di un unico colore) marrone.
Prepariamo il fondo passando una mano di colore acrilico o caseina di terra d’ombra o bruno scuro su tutta la superficie del modello, compresi criniera, coda, occhi e zoccoli. Una volta asciutto, sempre con l’acrilico, prepariamo una “mistura” di rosso ossido o terra di Siena con l’arancio e “debrasciamo” leggero sulle parti in luce, muscoli, groppa, ecc..
Questo lavoro è utilissimo per due motivi:
1 – mette in rilievo le parti sporgenti ed i particolari (vene, piccoli muscoli, ecc..)
2 – prepara il fondo alle parti che vanno dipinte più chiare.
Ora il vostro modello è pronto per lo stato di pittura ad olio.
Prepariamo i colori che servono per l’impresa: terra di Siena scura, bruno di Marte (eventualmente bruno Van Dick), cominciamo velando con uno strato di terra di Siena ben tirato, non fate pennellate grasse o accumuli di colore, su tutto il mantello escluso, questa volta, gli occhi, la criniera, gli zoccoli e la coda. Ultimata questa fase preparate una mescolatura di giallo di Napoli, rosso arancio e una punta di bianco di zinco da formare un color carne umana molto aranciata e cominciamo a passarla sempre molto tirata (questo è un particolare molto importante, per chi vuole usare i colori ad olio, che non mi stancherò mai di ripetere abbastanza!!!) sulle parti in luce e sfumando bene il colore sottostante (il terra di Siena).
Fatto questo lavoro per tutte le parti in luce, passiamo alle parti in ombra usando il bruno con molta parsimonia cercando di non “sporcare” le parti in luce. Per la testa del nostro cavallo bisogna aver maggior pazienza dato che gli sbalzi di luce e ombra sono molto ravvicinati quindi possono creare qualche problema di sbordamento con conseguente “sporcamento” dei colori chiari ed appiattimento generale. La parte inferiore della testa, cioè il naso e le labbra in genere prendono un colore più chiaro tendente al grigiognolo; li si può intervenire con un grigio perlato sfumandolo con il terra di Siena sottostante e ombreggiandolo con il bruno Van Dick. A questo punto il nostro cavallo si presenta già abbastanza delineato con le sue luci ed ombre che mettono in evidenza la muscolatura.
Passiamo quindi agli altri particolari: occhi, criniera, ecc.. che dipingeremo con la stessa cura di dettagli di un soldatino, e non come accade spesso, con superficialità. Piccola parentesi anatomica su gli occhi del cavallo. Purtroppo molto spesso si vedono dei modelli di cavallo dipinti con occhi di tipo “umano”, niente di più errato. Il bianco dell’occhio del cavallo non si vede quasi mai se non in qualche circostanza, cioè quando l’animale è terrorizzato o ha roteato l’occhio per osservare un eventuale pericolo improvviso. Ma pure in questi due casi l’occhio non si presenta mai come uno “umano”.
Dipingiamo la parte interna dell’occhio con colore acrilico nero se l’animale è in posizione di calma e bordiamo leggermente di bianco la parte inferiore e laterale sinistra se è spaventato. Una volta asciutto si aggiunge una puntina di trasparente lucido dentro l’occhio. Per le scale maggiori al 54 mm. si può particolareggiare di più l’occhio con il colore dell’iride e i riflessi di luce.
Per la criniera e la coda si procede per ambedue allo stesso modo: si colora con l’acrilico, nel nostro caso in nero e poi di “debrascia” con un color celestino per mettere in evidenza il pelame.
Gli zoccoli li dipingiamo in acrilico di un colore “corno di bue”, cioè miscelando l’ocra con il bruno ed aggiungendo il bianco.
Per quanto riguarda le macchie bianche sulla testa o le balzane (macchie bianche agli arti inferiori) si procede in tal modo, si lascia asciugare l’olio e poi l’acrilico, iniziando dal grigio scuro per arrivare al bianco, eseguendo una serie di velature sovrapposte.
E’ tutto…buon lavoro.