La Colonna di Traiano – parte II
9 Novembre 2007La Colonna di Traiano – parte III
12 Novembre 2007Il silenzio opprimente improvvisamente è lacerato dal tonfo dei passi metallici della Terza Compagnia di Krote da ricognizione Imperiale Tedesca:la loro missione è considerata d’importanza vitale dall’Alto Comando…..nella zona di loro competenza è stata segnalata la presenza dell’uomo a cui viene data la caccia da oltre un anno, un uomo che deve essere catturato assolutamente poiché asserisce di venire da un altro tempo, da un altro pianeta, da un’altra dimensione dove la Guerra tra le forze dell’Asse e gli Alleati è terminata da decine di anni con il completo annientamento del Reich…..un pazzo, un disfattista, un pericoloso criminale che si fa chiamare come l’Imperatore: Adolf Hitler……
Da gran divoratore di libri di fantascienza, ho sempre desiderato costruire un modello relativo a questo genere di letteratura ed essendo un appassionato di mezzi corazzati, ho visto il modello della Nitto del Krote un connubio perfetto per dare libero sfogo alla fantasia e unire queste due mie passioni.
Il desiderio di costruire questo kit mi è venuto anche perché ero un poco stanco dei soliti modelli di carri armati che necessitano sempre di tanta documentazione da consultare sia per la costruzione sia per la pittura ed il collocamento storico-geografico…….volevo fare qualcosa che non mi vincolasse e che mi permettesse di seguire più la fantasia e l’ispirazione del momento, piuttosto che seguire gli schemi relativi ad esempio a quel determinato colore o contare i rivetti presenti sul mezzo da costruire……..
Parliamo ora del modello: si tratta di un kit in plastica prodotto dalla Nitto e facente parte di una serie denominata MA.K. ZbV 3000 che comprende, oltre ai veicoli terrestri ed aerei anche esoscheletri potenziati e figurini di due fazioni principali l’Impero e la Resistenza. L’ ideatore di questa serie è il Giapponese Yokoyama che ha deciso di utilizzare per la sua storia un paradosso storico e cioè che la Seconda Guerra Mondiale non è stata vinta dagli Alleati, ma bensì dal Terzo Reich che continua così a dominare il resto del mondo anche oltre la fine del ventesimo secolo e quindi evolvendo le proprie attrezzature belliche con il passare degli anni.
Tra queste vi è appunto il veicolo da ricognizione e combattimento Krote T.W.-47 ( in lingua tedesca rospo ) che può essere considerato come l’evoluzione dei carri armati come il Panzer IV o il Panther, ma che, proprio per il prolungarsi della guerra e l’evolversi delle tecnologie, hanno dovuto essere trasformati radicalmente per poter essere più veloci e potersi spostare con relativa facilità su qualsiasi terreno (il Krote può raggiungere una velocità di oltre 200km/h ed effettuare balzi su una distanza di oltre 20 metri).
L’armamento principale è costituito da un cannone tipo “gatling” da 40mm , da un lanciagranate termico e da un laser ad alto potenziale, ma, come nel modello da me realizzato, su alcuni esemplari di prima generazione è possibile vedere installato anche del materiale ormai in disuso come il cannone da 75 o da 88.
Il kit della Nitto (in scala 1:20) rappresenta un Krote senza equipaggio armato del cannone da 40mm, mentre, nel dare libero sfogo alla mia fantasia, ho deciso di riprodurre uno dei primi esemplari ancora non automatizzati e armati di un cannone pak 40 da 75mm riducendo la scala a 1:35 per poter cannibalizzare dei pezzi del modello Tamiya del Panzer IV J……(piccola licenza poetica)…..!
Il montaggio segue quindi le istruzioni della Nitto e vista la qualità del modello le modifiche si concentrano semplicemente nell’adattare il cannone, la parte anteriore della torretta del kit Tamiya e la cupola del capocarro, sempre del Panzer IV, alla parte anteriore e superiore della torretta del Krote.
Altre modifiche sono l’aggiunta di una ventola e della relativa rete di protezione nella parte posteriore del bipede, dei tubi lanciafumogeni sul lato sinistro ed inoltre, sulle gambe, l’utilizzo di corazzature supplementari realizzate con del plasticard e bulloni Grandt Line, dipinte successivamente con colorazioni diverse dal resto del Krote, proprio per dare l’idea di una modifica campale realizzata dall’equipaggio per proteggere un punto vulnerabile del mezzo.
Per quanto riguarda la parte sottostante la torretta, non ci sono modifiche da fare, ho semplicemente realizzato con plasticard sottile delle linee di giunzione e ho effettuato un lungo lavoro di stuccatura e lisciatura con carta abrasiva di varie dimensioni per rendere la parte più liscia possibile e senza evidenti segni di giunture;anche il motore non ha bisogno di particolari migliorie, basta aggiungere alcuni cavi realizzati con filo di rame ed il modello è pronto per la fase più divertente, dove la fantasia può scatenarsi: la colorazione!
Per prima cosa bisogna documentarsi con foto che ritraggono il Krote in battaglia, oppure acquistare i libri sull’argomento, oppure, se si è fortunati, si possono intervistare i veterani ancora in vita…….
scherzo…….la cosa più bella di questo progetto è proprio la possibilità di lavorare solo di fantasia, senza avere l’ansia di una ricerca spasmodica della documentazione, senza dover avere la certezza se quel colore o quella determinata mimetica sia stata utilizzata su quel particolare modello…….forse in un lontano futuro, un modellista, sarà costretto a cercare veramente documentazione su un Krote realmente utilizzato in guerra, ma per il momento, qui ed ora, stiamo parlando di fantascienza!!
Quindi, dopo aver pulito tutto il modello con acqua e sapone per togliere eventuali impurità e impronte digitali (CSI insegna:mai lasciare indizi sulla scena di un crimine), ho usato come colore base il German Grey XF-63 della Tamiya, successivamente schiarito con il Medium Blue XF-18, fino ad arrivare, per le parti più in luce, ad aggiungere alla mescola base il Light Blue XF-23. Il reticolo di linee che corre su tutto il modello, è stato invece creato con l’XF-23 mescolato con il J.N. Grey XF-12 creando quindi la prima componente della mimetizzazione del mezzo, seguito poi dalla realizzazione in alcune parti di grandi macchie chiare usando per esse il Desert Yellow XF-59, schiarito con l’aggiunta di piccole quantità di Yellow Green XF-4 e Flat Flesh XF-15 mentre, per le parti più in luce, ho aggiunto il Lifecolor UA 217 Giallo Sabbia Chiaro.
Dopo aver atteso qualche giorno per la completa asciugatura, si passa all’invecchiamento del Krote con un primo passaggio di filtri che cambiano impercettibilmente la cromia dei colori: in questo caso ho usato i prodotti specifici della Sin Industries “The Filter” commercializzati dalla Mig Production come il P240 Blue, il P242 Tan e il P244 Green; nelle parti più in basso, e quindi più sporche, ho usato invece il P241 Brown.
Per la profilatura di tutti i particolari ho usato il colore nero a smalto Humbrol e il colore Wash Brown ad olio della 502 Abteilung diluiti al 80% con il diluente Humbrol, mentre, per dare maggiore profondità alle pennellature ho usato il pastello acquarellabile nero della Caran d’Ache; tutti i segni d’usura e le scrostature sono stati invece realizzati con colori acrilici della Valleyo come il German Cam. Black Brown per quelle più profonde o il Buff, il Khaki e il Navy Green per quelle superficiali.
Come ultimo passaggio per rendere il modello più verosimile, sono ricorso all’utilizzo dei pigmenti Mig in varie tonalità terrose passate soprattutto nelle parti più vicine al suolo e sulle parte orizzontali della torretta.
Terminato il Krote, non potevo non mettere un figurino in torretta, anche per enfatizzare le dimensioni del bipede confrontandolo con un essere umano e la scelta è caduta su un kit della Blast Model (BL35080F)”French Tank Crew Winter” che ritrae appunto un equipaggio francese moderno che ha attirato la mia attenzione soprattutto per il caschetto da carrista dalle fattezze molto futuristiche. Il figurino scelto è il capocarro che è stato dipinto con i colori acrilici Vallejo e Andrea ricreando un abbigliamento mimetico di fantasia che prende spunto sia dalle mimetiche tedesche della seconda guerra mondiale, sia da quelle più moderne come la Woodland americana.
Il modello, una volta fissato alla base, è finalmente terminato e non posso che consigliare a tutti di provare almeno una volta a cimentarsi con questo particolare tipo di modellismo che permette di usare oltre alle tecniche costruttive e pittoriche comuni alle altre branche, anche la nostra arma più potente:la fantasia!