Il vestiario del Soldato Romano – S. Izzo
21 Novembre 2007L’evoluzione tattica della Legione Romama – S. Izzo
22 Novembre 2007Con “Istruzione” in data 5 agosto 1871 l’uso delle stellette fu prescritto poi per gli Ufficiali di Stato Maggiore, dei Bersaglieri, dell’Artiglieria e del Genio.
Con il R.D. del 2 settembre 1871, che approvava la “Istruzione sulla divisa degli Ufficiali di Cavalleria”, fu prescritto che sul berretto il “fregio” fosse composto da una “stella” con entro il numero del reggimento, il tutto sormontato dalla Corona reale e vennero introdotte le stellette a cinque punte sul bavero. Infine, con R.D. del 15 ottobre 1871 furono prescritte le “stellette” d’oro sul bavero delle giubbe dei Generali.
Tali disposizioni furono uniformate con R.D. datato da Firenze il 13 dicembre 1871, col quale fu disposto che “Tutte le persone soggette alla giurisdizione militare, a mente dell’art. 323 del Codice Penale Militare ….. porteranno come segno caratteristico della divisa militare comune all’Esercito e all’Armata (antico nome della Regia Marina), le stellette a cinque punte sul bavero dell’abito della rispettiva divisa”. Per effetto di tale R.D. le “stellette”, prima ornamento, diventarono segno distintivo del militare in attività di servizio, di qualsiasi grado, arma e corpo.
Particolare il momento in cui tale distintivo entra in servizio. Infatti proprio all’inizio degli anno settanta, il Ministro della Guerra Generale Cesare Ricotti Magnani, con una serie di disposizioni successive, elimina dalle Uniformi dell’Esercito molte delle prerogative tipiche di tante unità dell’epoca come per esempio le uniformi verde fiammante degli “Ussari di Piacenza” o quelle celesti dei Cavalleggeri “Guide”. Ebbene proprio lui avrà la felice intuizione di apporre questo simbolo sulle divise di chi è sottoposto a condizione militare. E se la gran parte delle sue innovazioni uniformologiche avranno la durata del suo stesso mandato, le stellette lo hanno felicemente superato in età, rimanendo da allora il simbolo incontrastato della militarità.
Portate in metallo o ricamate sui baveri delle giubbe e dei cappotti, le stellette ben si adattarono e completarono le mostreggiature dei reggimenti di Fanteria e Cavalleria e di tutte le Armi e Corpi dell’Esercito. Realizzate in alluminio, a rilievo opache, oppure lisce e lucenti, nel corso della seconda guerra mondiale, per penuria dei materiali necessari alla loro produzione furono affiancate e sostituite ovunque possibile dalla versione in filato di tessuto che ancor’oggi spicca al bavero delle tute mimetiche.
Risulta però difficile, mancando documenti al riguardo, capire come mai proprio la stella a cinque punte o pentalfa, venne decretata come simbolo unitario delle Forze Armate. Già prima del 1871, gli Ufficiali d’ordinanza del Re e dei principi portavano al bavero una stella a sei punte; in quasi tutti gli Eserciti le “stelle” a cinque, sei, otto punte furono e sono usate quali distintivi di grado così come su diverse bandiere nazionali stelle a più punte campeggiano sui diversi colori. Soltanto nelle FF.AA. italiane le “stellette”, oltre a indicare i gradi, hanno il particolare significato del quale si è detto.
Peraltro, una donna formosa, con una stella in fronte o sulla corona portata sul capo, era comune nelle figurazioni dell’Italia dell’800. E’ naturale che quella stella, decisamente vistosa, e che suggerì anche il vocabolo “stellone”, sia assurta a simbolo delle fortune d’Italia.
Tanto da apparire al centro dello stemma “provvisorio” della Repubblica Italiana.