Azincourt- F. Canaccini
17 Aprile 2008Guerriero Umbro “Naharti” – Pegaso, 54 mm
25 Aprile 2008Mentre però attraversava lo specchio di mare del porto, una raffica di vento si levò improvvisamente da sud-ovest. La grande nave si inclinò, ritrovò l’assetto, poi sbandò di nuovo. L’acqua la invase attraverso i portelli dei cannoni inferiori ancora aperti durante le manovre d’uscita dal porto, in pochi minuti affondò sotto trentacinque metri d’acqua.
Nella Svezia del XVII secolo il naufragio del Vasa , il veliero più potente che il paese avesse mai posseduto, fu causa di imbarazzo di proporzioni epiche, ma ai nostri giorni il suo recupero ha consentito al mondo di osservare nei minimi particolari un vascello antico di tre secoli.
Il governo svedese diede inizio all’operazione di recupero nel 1958 e dopo tre anni e mezzo di lavoro ed una spesa di due milioni di dollari, il grande veliero vedeva di nuovo la luce del sole.
Aveva perso la prora, il castello di poppa e la maggior parte dell’alberatura, ma le acque gelide e i sedimenti accumulatisi nel corso dei secoli lo avevano cosi ben conservato che fu di nuovo in grado di galleggiare dopo alcune piccole riparazioni strutturali.
Ordinata dalla corona svedese a un costruttore olandese, la nave rappresentava le più moderne ed innovative tendenze nella progettazione navale, quali si stavano sviluppando nei Paesi Bassi e in Inghilterra, le due principali potenze marittime europee.
Race built e con vele quadre, armato di 64 cannoni disposti su diverse batterie lungo lo scafo di 62 metri.
I suoi tre alberi si innalzavano per 50 metri al di sopra della chiglia montando dieci vele pari a 1200 metri quadrati di velatura.
Al momento del naufragio si trovavano a bordo 133 uomini di equipaggio che furono quasi tutti messi in salvo tranne 18.
L’aspetto più affascinante del Vasa, tuttavia sono le splendide decorazioni. Per i sovrani del XVII secolo i velieri sontuosi erano segno evidente di potere e ricchezza. Con il Vasa re Gustavo II superò ogni altro sovrano. L’unico e fondamentalmente grande rammarico fu quello di non poter godere delle sue eventuali “grandi “ imprese.
[url=http://www.vasamuseet.se/InEnglish/international/Italian.aspx]Il Museo del VASA[/url]