Il Leopard 1A5 dell’Esercito Italiano di Vittorio De Santis

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Il Leopard 1A5 dell’Esercito Italiano di Vittorio De Santis

Non credo che il carro Leopard abbia bisogno di molte presentazioni. Questo carro, nella versione 1A2, è stato uno dei più importanti carri da battaglia dell’Esercito Italiano.

Il primo ordine per un totale di 120 carri venne firmato nel 1970. Questi carri sono stati prodotti direttamente dalla Krauss-Maffei. A partire dal 1974 ne sono stati prodotti altri 400 presso gli stabilimenti della Oto Melara. Le ultime consegne sono state effettuate nel 1978.

Ai carri da combattimento si devono aggiungere diversi carri speciali, gettaponte, carri recupero, ecc., realizzati per il genio e costruiti partendo sempre dallo scafo del Leopard 1. In Italia è stata sviluppata, dalla Oto-Melara e dalla Fiat, anche una versione da esportazione denominata OF-40.

Nel 1995, in attesa che iniziassero le consegne del nuovo carro Ariete, l’Esercito Italiano ha acquistato in Germania 120 torrette della versione 1A5. Questa versione venne sviluppata nel 1980 in Germania per rispondere all’introduzione, da parte delle forze del patto di Varsavia, dei T-62, T-72 e T-80B.

Il lavoro di sviluppo era volto principalmente al miglioramento delle capacità di combattimento in condizioni di scarsa visibilità e di acquisizione degli obiettivi in movimento. Le modifiche principali effettuate riguerdarono l’introduzione del sistema di tiro KAE (Krupp-Atlas Electronik) EMES 18. Il cuore di questo sistema, sviluppato dall’EMES 15 del Leopard 2, è costituito dall’HZF (Hauptzielfernohr – sistema di puntamento principale) racchiuso nella “scatola” posta sopra la torretta. All’interno vi si trovano il sistema di visione e di acquisizione ad immagini termiche per la visione e l’acquisizione notturna e il telemetro laser per la misura della distanza. In posizione di riposo questi sensori sono protetti da due alette.

Posteriormente a questa scatola si trova il periscopio del sistema di puntamento secondario. Altre modifiche hanno riguardato il calcolatore di tiro derivato da quello del Leopard 2, ed adattato al 105 mm e alle nuove munizioni, e gli apparati radio.

Passiamo ora ad illustrare le modifiche apportate ai carri italiani con l’introduzione di queste nuove torrette. Le torrette acquistate dall’E.I. sono dotate di una corazzatura aggiuntiva composta da 11 elementi distanziati dal corpo vero e prorpio della torretta con bulloni montati su supporti elastici che hanno una lunghezza di 10 centimetri. Questa protezione si estende dallo scudo del cannone fino alla ”cesta” posizionata nella parte posteriore.

Sul cielo della torretta è visibile il sistema di acquisizione tiro HZF, il periscopio del sistema di puntamento secondario e il sistema di osservazione a disposizione dell’equipaggio. Quest’ultimo sistema è stato spostato in questa posizione dopo l’introduzione delle corazzature aggiuntive. Nelle versioni 1A5 senza corazzature non aveva subito modifiche. Sullo scafo, che rimane quello della precedente versione, sono state aggiunte le “gonne” di protezione del treno di rotolamento. Alcune modifiche hanno riguardato lo stesso treno di rotolamento. Sono stati sostituiti sia i tamponi idraulici che il sistema tendicingolo. Inoltre è stato adottato un nuovo rullo guidacingolo che ha un diametro inferiore. Le modifiche hanno comportato un aumento del peso del carro di 2 tonnellate oltre alla riduzione della possibilità di stivaggio di 5 proiettili.

Il carro è stato utilizzato nelle operazioni nei Balcani dai Reggimenti Carri 131° e 133° delle Brigate “Garibaldi” e “Pinerolo”.

Altri otto carri sono stati utilizati presso la Scuola di Lecce per l’addestramento degli equipaggi e quattro sono utilizzati presso la Scuola Trasporti e Materiali di Roma.