Operazione Dickens – Cassino 15-24 marzo 1944
4 Aprile 2008M3A1 Scout Car
12 Aprile 2008La scultura è particolarmente originale, con il cavallo fortemente sbilanciato, rampante, e il cavaliere teso nell’atto di controllare
il suo destriero, e, al tempo stesso, di manovrare l’imponente spadone a due mani. Evocativa l’ambientazione, una freccia piantata a
terra , un cappello di ferro e un elmo con il teschio ancora al suo interno, tre elementi che da soli fanno pensare a scontri passati
e presenti.
Il soldatino è ben concepito anche dal punto di vista strutturale (un cavallo rampante è sempre cosa delicata, tanto piu’ se in 90mm
e di piombo), le zampe del cavallo presentano infatti quattro punti d’appoggio, che opportunamente imperniati, ancorano saldamente
il pezzo alla base.
Ovviamente il pezzo si presta a numerose varianti pittoriche, non mancano le araldiche di cavalieri crociati, (non escludo di tornare
a posare il pennello su questo soggetto prima o poi), ma in questo caso ho scelto una versione classica, con qualche piccola
innovazione rispetto ai miei templari passati.
Il primer è stata la prima fase del lavoro (una volta pulito, imperniato, incollato e stuccato il pezzo), in questo caso ho passato due mani di primer spray, per la prima ho usato quello tamiya, più resistente e qualitativamente migliore, che lascia una finitura lievemente satinata sul pezzo,di colore grigio; per la seconda mano ho usato lo spray bianco Citadel, quest’ ultimo dà come risultato una superficie bianca opaca, su cui ben aggrappano gli strati successivi di colore.
Mentre il primer asciugava ho realizzato l’ambientazione, tutto il contesto mi suggeriva un clima arido, polveroso, così ho realizzato
il terreno in varie tonalità ocra e marroni, a smalto su base acrilica. Per le parti metalliche ho lucidato il piombo con una paglietta
di ottone, ho eseguito un lavaggio di smoke X-21 Tamiya, seguito da una serie di lavaggi di acrilico opaco della Andrea, di marrone
scuro, marrone rossiccio e arancio, per simulare il metallo corroso e arrugginito per il lungo tempo di esposizione alle intemperie.
Con un velo di polvere di pastello ho poi amalgamato i vari elementi.
Spesso mi piace realizzare pezzi in cui i colori prevalenti si riducono a due o tre, in questo caso il bianco delle vesti, il rosso delle croci, il metallo e il marrone dei cuoi e del cavallo.
Ho dipinto il manto del cavallo prima di montare le quattro parti della gualdrappa, partendo da una base ad acrilico di marrone scuro + nero opaco Andrea su cui ho realizzato il chiaroscuro con i colori ad olio, disposti sulla tavolozza come segue : nero d’avorio – terra d’ombra bruciata – terra di Siena bruciata – giallo di Napoli brillante – bianco di titanio.
Per aumentare il grado di realismo ho pensato di evidenziare la fodera interna della gualdrappa, realizzandola con una tonalità lievemente contrastante di bianco – ocra , mettendo in risalto le cuciture dell’orlo, tutto, ovviamente, prima di montare le singole parti sul cavallo.
Questi i colori usati: Base di beige (A.C.) + carne scura (A.C.) + bianco pergamino (M.C.) + nero opaco(A.C.);
Luci ottenute con l’ aggiunta di beige prima e bianco pergamino poi alla base; Ombre unendo al colore di base color legno + nero opaco.
A questo punto sono passato alla gualdrappa, spendendo un numero incalcolabile di ore a dipingere il colore bianco così ottenuto:
Base bianco pergamino + beige + legno(A.C) + nero opaco; Luci schiarendo la base con il bianco pergamino prima e con il bianco opaco poi.
In questo caso non ho usato colori freddi (Verde , Blu o Grigio) nella base per ottenere un colore che suggerisse il clima del contesto
geografico.
Numerose velature sono state necessarie per mantenere morbidi gli stati di transizione dalle zone di luce a quelle d’ombra.
Un particolare che ho voluto mettere in evidenza in questo caso è stato quello delle croci, i Templari usavano la “croce patente”
(termine araldico per definire una croce a bracci uguali e ricurvi); per suggerire il fatto che queste croci fossero cucite sulla gualdrappa e sulla veste, le ho prima dipinte con una tonalità più scura del colore bianco di base, creando l’alloggio in cui inserire a mò di intarsio le croci rosse (questo espediente oltre ad aumentare il realismo, permette di correggere facilmente i disegni).
In un secondo tempo ho aggiunto le croci, mettendo in evidenza tutte le cuciture, e simulando lo spessore con opportune linee di luce e di ombra. Per ottenere il rosso ho usato una base di Rosso carminio (M.C.) + rosso d’Oriente (Lafranc)+ verde napoleonico + legno; schiarita con aggiunte di Vermiglione (M.C.), arancio e carne chiara, e scurita con verde napoleonico e nero opaco.
Diversamente mi sono comportato per le croci dell’elmo e dello scudo, in questo caso non ho simulato alcun rilievo, e ho usato una tonalità più brillante eliminando il color legno e il color carne, limitandomi ad aggiungere qualche “graffio” bianco per simularne l’usura.
Proprio l’usura è un tema molto importante nella realizzazione di un fratello templare, non bisogna dimenticare che si tratta di
un ordine monastico che anche se “guerriero” non dimentica gli insegnamenti evangelici riguardo la povertà, inoltre il clima, la
lontananza dalla patria, non favorivano certamente il rinnovo di armi e attrezzature. Così un pò ovunque ho inserito effetti
di invecchiamento, come nella maschera del cavallo dove lo strato di vernice è così consumato da lasciar intravedere il cuoio
sottostante.
Un ulteriore accorgimento è stato quello di diversificare le tonalità di bianco usate per i vari elementi (veste, mantello, scudo, ecc..), cambiando leggermente ogni volta qualche colore della base, e usando in aggiunta al bianco diverse
tonalità di marrone e in qualche caso di verde (quest’ultimo va usato in piccole dosi).
Infine ho dato al nostro cavaliere una tonalità di carne piuttosto abbronzata, partendo da una base acrilica di marrone chiaro + marrone rossiccio + bianco, per poi usare i seguenti colori ad olio per luci e ombre : nero d’avorio – terra d’ ombra naturale – terra di Siena bruciata – giallo di Napoli scuro – bianco di titanio + una punta di lacca di garanza dorata per scaldare le gote. Sempre per ottenere un effetto
a contrasto ho dipinto la cotta di maglia con una tonalità molto scura, con aggiunta di effetti di ruggine qua e là, usando colori acrilici (oily stell + nero lucido model color, e terra di Siena bruciata ad olio).
Per elmo e spada ho fatto ricorso alla consueta tecnica del metallo lucidato seguito da lavaggi di smoke e nero ad olio.
Decisamente un bel soggetto medioevale che farà la gioia e il divertimento di molti appassionati del genere.
[b][size=large]Danilo Cartacci[/size][/b]