Masamune Shirow, un maestro della fantascienza – Paolo Martinelli
16 Ottobre 2007Spazio 1999: Base ALPHA – Paolo Martinelli
17 Ottobre 2007Viene adottato in Vietnam come orfano di guerra da Big Boss, che curò la sua educazione. Devoto al suo padre adottivo, si addestro per divenire una perfetta macchina per uccidere affrontando una serie di esercizi al limite dell’impossibile. Mercenario fin dall’adolescenza, guadagnò esperienza nella guerra d’indipendenza della Rodesia (oggi Zimboowe), inseguito venne preso prigioniero in Mozambico, dove Big Boss arrivo per liberarlo.
Trasferitosi negli Stati Uniti ottenne la cittadinanza ed entrò a far parte della FOXHOUND e nel 1990 ricevette la più alta onorificenza la “FOX”. Nel corso della missione in Zanzibar, nel 1999, si trovò opposto a Solid Snake e Frank nel corso dello scontro perse il 30% del suo corpo e in condizioni normali sarebbe morto. In quel periodo però, i militari stavano lavorando al progetto di un esoscheletro e trovarono nel corpo martoriato di Frank Jeager la cavia perfetta per i loro esperimenti. Da quel giorno diventò GRAY FOX meglio conosciuto come NINJA, diventando il primo essere umano che fu sottoposto a terapia genetica, diventando la base di studio per le successive ricerche su soldati manipolati geneticamente.Il suo esoscheletro è ricoperto da una fibra ad alta tecnologia che garantisce una mimetizzazione del tipo stealth, ovvero invisibile.
Come arma convenzionale ha una Katana (spada dei samurai), con la quale è in grado di tagliare l’acciaio temperato e di respingere i proiettili, altrimenti usa un fucile ad impulsi ionici.
Rimasto impressionato da quest’eroe dei video giochi e trovando solo dei giocattoli a lui dedicati, con un mio amico, Luca Fogli futuro socio del Alfa Model Club, abbiamo deciso di auto costruirci sia la versione con la katana che quella con il fucile, usando come base proprio uno dei tanti giocattoli.
Per prima cosa abbiamo vivisezionato il povero giocattolo in modo da poter realizzare gli stampi usando una gomma siliconica plasmabile per la resina.
Una volta fatti gli stampi, li abbiamo riempiti usando una resina vetrosa ed anche se costa poco da dei buoni risultati.
La parte complicata arrivava ora, ovvero montare i vari pezzi e stuccarli cercando di dare una posa meno rigida di quella del giocattolo originale.
Dopo un giorno intero di prove siamo passati al montaggio definitivo e quindi la fase di pittura.
Il pezzo ha già partecipato a gare e mostre, ma quello che ci ha ripagato di più è il sentirci dire da molti se potevamo farne delle copie per venderli.