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Lo Stemma di Tivoli – Mariangela Riccioni

Lo Stemma di Tivoli

Autore: Mariangela Riccioni

Lo stemma di Tivoli è considerato uno dei più antichi d’Italia.
Sulla sua origine, senza dubbio molto remota come testimoniano alcuni resti dell’arma incorporati ancora sulle facciate di alcuni edifici della città, emergono discordanze tra gli studiosi.
Lo stemma tiburtino, inizialmente, era costituito solo da due torrioni posti ai lati di un ponte con tre arcate al di sotto del quale scorre un fiume (il fiume Aniene). Su una torre vi era la leggenda “Nobilitas” in quanto Tivoli era politicamente indipendente, sull’altra “Libertas” essendo governata dagli ottimati.
Sulla fascia che si estendeva tra le due torri vi era scritto S.P.Q.T. (Senatus Populusque Quiritium Tiburtinorum ovvero “Il Senato e il Popolo dei Tiburtini Quiriti”).
È opinione diffusa che l’aquila imperiale compare con la venuta di Federico Barbarossa. La città, era stata saccheggiata dai Goti e i tiburtini non sentendosi abbastanza protetti dallo stato pontificio, chiesero aiuto all’imperatore che nel 1155, per evitare imboscate a Roma, si accampò con la Corte Pontificia di Papa Adriano IV presso Ponte Lucano. Fu in quest’occasione che gli abitanti offrirono le chiavi della loro città all’Imperatore e si sottomisero al suo potere. Il pontefice, ovviamente, protestò e Federico Barbarossa quale protettore della chiesa romana, riconsegnò la città alla sottomissione del Papa. Ma come ringraziamento per tanta devozione l’imperatore concesse a Tivoli, con un documento al quale viene ormai riconosciuta da buona parte degli storici la data del 15 luglio 1155, il privilegio di fregiare il suo stemma con l’aquila imperiale.
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Altri studiosi, invece, sostengono che l’aquila era presente sullo stemma ancor prima della discesa del Barbarossa, essendo Tivoli da sempre ghibellina ed essendo compresa nel territorio della prefettura urbana, che designava giudici notai e magistrati per un raggio di 100 miglia. In passato era molto facile individuare se una città era guelfa o ghibellina, osservandone lo stemma: nel caso dei guelfi l’aquila era di colore rosso, mentre nel caso dei ghibellini di colore nero.
Successivamente le lettere dell’antica arma S.P.Q.T. vennero sostituite dal “motto virgiliano Tibur Superbum ad esprimere il concetto animatore dello stemma ch’era quello di insinuare negli animi che Tivoli è città forte e potente”.

Anche in questo caso la datazione è incerta. Alcuni fanno risalire la sostituzione immediatamente dopo la schiacciante vittoria riportata dalle armi tiburtine contro le schiere mercenarie guidate da Giovanni Augud (Acuto) databile tra il 1387 ed il 1389. Altri invece affermano che la sostituzione avvenne in epoca più tarda ad opera degli umanisti.
Per molti secoli la città non chiese l’autorizzazione di fregiarsi di questi prestigiosi simboli, e solo nel 1929 con il commissario straordinario Cav. B. Andreoli fu fatta richiesta all’ ordinamento della Consulta Araldica, ed il 25 giugno del 1945 fu firmato il decreto di approvazione e concessione.
I colori dello stemma sono amaranto e blu, in ricordo dei colori dello stendardo delle milizie cittadine prima dei mille (rosso e azzurro).

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Descrizione Araldica dello Stemma Attuale
Troncato: al PRIMO di rosso l’aquila coronata d’oro accostata da due torri d’argento con la leggenda “Libertas” in quella di destra e “Nobilitas” in quella di sinistra; al SECONDO d’azzurro al ponte di tre archi, d’argento, con la riviera fluttuosa dello stesso; nella testata del ponte la leggenda “Tibur Superbum”.
Partizione del Campo: Troncato.
Simboli: Aquila, Ponte, Torre.
Colori: Amaranto e Blu .

Bibliografia:
“Lo Stemma di Tivoli e la sua origine” Can. Orazio Coccanari- Tivoli 1935.

Pubblicato da Giulio Centanni.