Autocostruire in scala 1/76 di Andy Lang – Parte 4 di 4
2 Settembre 2011Il Leopard 1A5 dell’Esercito Italiano di Vittorio De Santis
14 Settembre 2011Nel marzo del 1939 il Bureau of Aeronautics della U.S. Navy emise una specifica con la quale intendeva acquisire un aereo che potesse sostituire il Douglas TBD Devastator. Il Devastator era un velivolo monoplano di prima generazione ed era diventato obsoleto, a causa degli sviluppi della tecnologia aeronautica che si succedevano durante gli anni ’30, dopo soli 18 mesi dalla sua entrata in servizio.
Il Bureau dichiarò che il nuovo velivolo doveva poter effettuare sia attacchi con bombe che con siluri, stendere pesanti cortine fumogene, effettuare ricognizioni per le forze in mare e doveva poter ingaggiare piccole unità di superficie con armi leggere quali le mitragliatrici alari.
All’interno di queste specifiche il futuro VTB, secondo la designazione di impiego della Marina, doveva avere una velocità superiore alle 300 miglia orarie – 483 km/h – con il normale carico di carburante, un raggio d’azione di 1.089 km ed una tangenza minima di 9.075 metri. Il carico bellico principale doveva essere trasportato all’interno della fusoliera che a sua volta non poteva superare le dimensioni di 11,89 metri di lunghezza, 18,29 metri di apertura alare e altezza di 5,18 metri con le ali ripiegate.
In termini generali e per l’epoca le specifiche spingevano molto in avanti lo stato dell’arte della tecnologia dell’epoca tanto che era quasi impossibile soddisfare le prestazioni richieste con la tecnologia disponibile in quel periodo.
Nonostante ciò furono presentati progetti da non meno di 13 società tra le quali la Brewster, la Douglas, la Grumman, la Hall, la Vought e la Vultee. Per l’autunno del 1939 dieci progetti erano stati scartati e il modello G-40 della Grumman venne alla fine considerato il migliore tra i tre progetti rimasti in competizione. Da questo progetto venne in seguito sviluppato il TBF/TBM Avenger.
La U.S. Navy dopo aver ordinato due prototipi del G-40 decise di ordinare un singolo prototipo del progetto della Vought. Questo velivolo doveva essere il modello di riserva nel caso lo sviluppo del G-40 fosse fallito o avesse incontrato problemi.
Il progetto della Vought aveva molto in comune con quello della Grumman. La configurazione era monomotore monoplano ad ala media di costruzione quasi completamente metallica. Il motore era del tipo stellare, il carrello era dotato di ruotino di coda con le unità principali retrattili, un lungo abitacolo coperto da un tettuccio che aveva un telaio piuttosto imponente e che comprendeva, nella parte posteriore, una torretta dotata di motore. Sempre verso la parte posteriore era stata realizzato un profondo vano bombe che era situato proprio sul baricentro dell’aereo. Dietro al vano bombe era stata realizzata una postazione difensiva ventrale per una mitragliatrice. Il progetto Vought aveva forme meno arrotondate ed appariva più spigoloso di quello della Grumman ed inoltre aveva delle superfici di volo dal rapporto di allungamento più elevato.
L’ala era stata realizzata in quattro sezioni. Sul bordo di uscita erano montati i flaps, all’interno, e gli alettoni, all’esterno. La parte più interna dell’ala sosteneva le due mitragliatrici semicarenate e i due punti di attacco per il carico bellico oltre alle unità principali del carrello. Le gambe principali del carrello nel ripiegarsi dovevano ruotare di 90° e se ritraevano verso la parte posteriore per sistemarsi a filo con il rivestimento alare. I pannelli alari esterni invece partivano dal punto di ripiegamento delle ali ed avevano un angolo di diedro più deciso.
Il primo prototipo dell’XTBU-1 volò nel dicembre del 1941 ed era dotato del motore XR-2800-6 Double Wasp che forniva 2.000 hp. Il velivolo subito rivelò prestazioni migliori del velivolo Grumman, soprattutto per quanto riguardava la velocità. Successivamente sul prototipo venne montato il motore R-2800-2 e le prove ricevettero un commento favorevole per una caratteristica innovativa introdotta sul velivolo che rendeva possibile utilizzare una singola leva per controllare, in modo completamente automatico, l’estensione del carrello, dei flaps, regolare il passo dell’elica e la miscela del motore per il regime dell’atterraggio.
L’armamento era composto da tre mitragliatrici fisse da 12,7 mm delle quali due fisse nelle ali ed una montata sopra al motore e sincronizzata con l’elica. Altre due mitragliatrici erano montate nella torretta posteriore, che era armata con una mitragliatrice da 12,7 mm, e mentre quella ventrale ne aveva una da 7,62 mm. Inoltre il velivolo poteva trasportare un siluro o fino ad un massimo di 762 kg di bombe all’interno oltre a 363 kg montati su due punti di attacco subalari.
La U.S. Navy decise di mettere in produzione il TBU ma le capacità produttive della Vought erano completamente occupate da altri modelli e solo nel settembre del 1943 venne firmato un contratto con la Consolidated per la produzione di 1.100 esemplari che sarebbero stati prodotti nel nuovo stabilimento di Allentown in Pennsylvania.
Il velivolo venne designato TBY-2 ed aveva motore R-2800-22 da 2.100 hp, radar di ricerca di superficie le cui antenne vennero montate in un pod montato sotto l’ala sinistra. Il primo TBY-2 volò nell’agosto del 1944 e le prime consegne alla Marina iniziarono nel novembre dello stesso anno. La produzione venne però interrotta dopo che il 180° esemplare era stato consegnato. Venne anche cancellato l’ordine per 600 esemplari della successiva versione migliorata TBY-3.
Nessun TBY-2 entrò in servizio operativo e solo pochi furono usati, per un breve periodo, come addestratori.
Caratteristiche:
- Lunghezza: 11,94 m
- Apertura alare: 17,35 m
- Altezza: 4,72 m
- Velocità massima: in configurazione pulita 502 km/h a 5.400 m – 470 km/h a livello del mare – velocità di crociera: 251 km/h
- Autonomia: 1.650 km con un siluro
- Peso a vuoto: 5.142 kg
- Peso normale al decollo: 7.370 kg
- Peso massimo al decollo: 8.591 kg
Bibliografia
AAVV, (1995), CD-Rom From Midway to Hiroshima, Maris Multimedia