Alessandro Ferrero Della Marmora – R. Rusconi
20 Ottobre 2007Dipingere un cavallo
20 Ottobre 2007-il CAPPELLO NERO, dalla tipica forma, veniva ed è tuttora portato inclinato sul capo verso il lato destro in maniera tale da coprire metà il sopracciglio e da appoggiarsi sul lobo dell’ orecchio. Il ” Cappello piumato ” è ormai divenuto l’emblema per eccellenza del Corpo, simbolo di massimo esempio di una tradizione senza macchia;
-il FREGIO. Forgiato in metallo color oro rappresentante una bomba da granatiere su cui brucia la fiamma dalle sette lingue, una cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. Spicca subito all’ attenzione che a differenza degli altri trofei, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere invece è inclinata, fuggente, che resiste al vento senza mai spegnersi, a rappresentare la velocità del soldato proteso con tutte le sue forze all’assalto;
-il CORDONE VERDE. Inizialmente indossato con lo scopo di sostenere la fiaschetta della polvere da sparo (posizionata all’ altezza del fianco destro), le trombette e i corni, fu poi indossato, in seguito anche all’adozione delle cartucce complete, con l’uniforme da parata;
-il COLORE CREMISI. All’inizio nelle mostreggiature e filettature della prima giubba di panno azzurro-nero indossata dalla truppa, nel colletto, spalline, manopole e bande degli Ufficiali. Attualmente si conserva solo nelle fiamme;
-la FANFARA. Con la genesi della prima compagnia dei Bersaglieri nacque anche la Fanfara. In inquadramento ed in battaglia avevano una posizione ed un compito ben preciso:dodici di loro con la carabina sulla spalla sinistra e corni da caccia sulla destra marciavano suonando una marcia allegra e vivace con la quale incitavano a correre sempre più veloce e a spazzare via dalla mente e dal corpo i momenti di maggiore stanchezza. E’ da quando i Bersaglieri uscirono per la prima volta dalla Caserma ” CEPPI ” di Torino (1° luglio 1836), luogo che vide la loro nascita, che si ebbe coscienza di quanto fosse inconcepibile l’idea di una sfilata dei Bersaglieri senza la fanfara in testa. L’atto costitutivo del 18 giugno 1836 sanciva infatti la presenza di 13 trombette e un caporale trombettiere per ogni compagnia. Dopo le prime riunioni dei trombettieri per l’ addestramento musicale si sentì l’ esigenza di costituire una fanfara di battaglione che poi rappresentò un reparto a sè. Le compagnie intanto continuarono a disporre di propri trombettieri.
Adottati in tempi successivi:
-i GUANTI NERI. All’epoca segno di destinazione e signorilità, vennero adottati tre anni dopo la fondazione del Corpo (1839). La Marmora li volle di colore nero dopo averli sperimentati, in quello stesso anno, blu scuro come la divisa, purtroppo però questi ultimi perdevano il colore. Dai guanti neri nacque un’ infondata fantasia secondo cui questi sarebbero stati adottati in segno di lutto per la morte di La Marmora o di Cavour o, addirittura, per una Bandiera perduta in un combattimento del 1849;
-il FEZ. In origine i Bersaglieri indossavano come copricapo un berrettino di maglia di cotone color turchino con un fiocco rosso, (Schakos) che proteggeva dal freddo le orecchie e poteva essere portato sotto il cappello. Poi in CRIMEA (1855), entusiasmati dal valore dei ” Fanti Piumati”, gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, offrirono in segno di ammirazione il loro copricapo. Dopo il cappello piumato il fez è divenuto, un’ altro emblema di orgoglio e distinzione del Bersagliere. Il cordoncino che collega il Fez al fiocco azzurro deve essere di lunghezza ridotta (max. 30 cm.) tale permette a quest’ultimo di dondolare rapido da una spalla all’altra;
-la BANDIERA. Fu adottata sott’ordine di Carlo Alberto (11 aprile 1848). Affidato soltanto ai Reggimenti, i Bersaglieri non poterono averla in quanto ordinati al massimo come Battaglione. Neanche in seguito,alla fine del 1870, quando furono ordinati in Reggimenti, la ebbero; forse perchè, per le sue dimensioni notevoli, impedisse all’ alfiere di sfilare di corsa alla testa del Reggimento. Infatti anche quando, il 19 ottobre 1920, fu consegnata anche ad essi il drappo tricolore, si ripiegò al LABARO, più comodo da portare in corsa. Infine, il 7 giugno 1938, il Labaro fu sostituito dalla BANDIERA nazionale, in”formato ridotto”, lasciò il posto al “tipo unico”. L’ ALFIERE dei Bersaglieri comunque, ha continuato a sventolarla in alto, tale da permetterne la vista fino alle ultime file del reparto;
-la BICICLETTA DA BERSAGLIERE. E’ un emblema che rimarrà inscindibilmente legato alla STORIA ed alla TRADIZIONE CREMISI (Enrico Toti). Un ricordo che rimarrà impresso nella memoria con caratteri di fuoco e sangue, sublimato dal sacrificio nella 1° Guerra Mondiale (1915-18) dei battaglioni Bersaglieri ciclisti. Scomparve nella 2° Guerra Mondiale dopo 45 anni di vita;
-il NUMERO SUL CAPPELLO PIUMATO. Gli Ufficiali e Sottufficiali portano per sempre il numero del primo reggimento di assegnazione. Ad eccezione dei Comandanti di reggimento che assumano e conservano quello del reggimento comandato;
-il CANTO. Nel pensiero originale di LA MARMORA, il Bersagliere per poter bene lavorare deve vivere in serenità e allegria. E’ anche per questo motivo che i ” Fanti Piumati ” hanno un repertorio vastissimo di canti;
-FIAMME CREMISI E STELLETTE BIANCHE. Costituiscono uno dei simboli di maggior vanto dei Bersaglieri. Oggi le fiamme sono molto più piccole di quelle che si applicavano sulla giubba a collo rovesciato (1871). Infatti prima le fiamme erano rappresentate da due lingue molto sottili e allungate, da congiungersi quasi dietro il colletto;
-la SCIABOLA. La sciabola con l’ elsa d’ orata e testa di leone del 1850 sostituì quella con elsa a pomo del 1836. Poi nel 1856, memori della campagna in CRIMEA, anche la lama fu modificata a guisa di quella turca, cioè con la lama ricurva.
Bibliografia essenziale:
– I BERSAGLIERI, Le origini, l’epopea e la Gloria di Manlio Garofano,Pio Langella, Antonio Miele
– UNA VITA SEMPRE DI CORSA, Rivista Militare, Edizione Speciale 51° Raduno
– FIAMMA CREMISI, Periodico della Associazione Nazionale Bersaglieri