Palmares Euroma 2017
26 Aprile 2017Presentazione Libro: “La Battaglia di Tagliacozzo”
7 Maggio 2017Ho trovato un materiale che si chiama CERNIT.
Il prodotto in questione viene realizzato da diverse ditte ed in diversi formati e colori. In genere le confezioni vanno dai 100 grammi ai 500 grammi, ed il costo è paragonabile, se non inferiore, ai più diffusi stucchi per scultori in commercio.
Va subito detto che con l’esperienza avrete modo di notare come, anche se nominalmente il prodotto è sempre lo stesso, la differenza di colore comporta anche alcune differenze di consistenza e lavorabilità. In genere io utilizzo quello bianco o rosa che rappresenta una buona via di mezzo tra i fattori d’elasticità e consistenza, mentre ad esempio quello nero risulta leggermente più duro e compatto.
Una volta estratto dal panetto, il Cernit risulta abbastanza solido, e se si tenta di spezzarlo di dividerà facilmente in pezzi di varia grandezza, un po’ come se rompeste un pezzo di gesso. A questo punto è necessario lavorarlo energicamente con le mani. L’azione del calore e quella meccanica lo renderanno via via più elastico e malleabile, finchè vi troverete in mano un qualcosa di molto morbido e lavorabile come può esserlo la plastilina.
Non solo; vi accorgerete subito che, a differenza del pongo, il Cernit possiede una grande elasticità ed una buona resistenza superficiale, tanto che è possibile tirarlo e farlo “filare” quasi come una gomma da masticare.
Un simile fattore di lavorabilità non è certo ottimale per tutti i tipi di lavorazione, ma va detto che col passare del tempo, se non viene ulteriormente lavorato, tende a riassumere la consistenza originaria ed a solidificarsi. Per cui è possibile approfittare della sua morbidezza per farlo aderire alle superfici preesistenti ed aspettare alcuni minuti prima di lavorarne la superficie e tirar fuori i dettagli.
Per quanto riguarda le attrezzature necessarie, ogni modellista sa bene che tutto ciò che ci circonda può venir utile a raggiungere certi scopi! Personalmente uso attrezzature odontoiatriche, pennelli normali e pennelli per scultori (sono quelli con la punta di gomma morbida, se ne trovano di diverse misure e percentuali di durezza); ovviamente oggetti come spilli, penne, matite, spazzolini ed altro possono fare al nostro caso per interventi particolari, quindi guardatevi sempre intorno!
Un capitolo a parte va invece dedicato agli additivi da utilizzare per la sua lavorazione.
Per lisciare le superfici ed eliminare le imperfezioni, la cosa migliore è l’alcool. Prestate attenzione però che sia di purezza abbastanza elevata. Esso, infatti, ha lo scopo di lubrificare la superficie mentre la pennellate dolcemente, ma è fondamentale che evapori in fretta e che non si creino accumuli di liquido, perché in tal caso il Cernit tenderà ad “impastare” formando una fastidiosissima pappetta sabbiosa che oltre ad essere difficile da eliminare comincerà a graffiare la superficie coi suoi granuli ad ogni vostra nuova pennellata.
Se invece dovete addizionare dei pezzi di cernit alla struttura interna della vostra scultura o a pezzi di Cernit già precedentemente cotti (e si, perché ancora non ve l’ ho detto, ma il cernit può tranquillamente essere cotto più volte, quindi si può procedere per strati successivi anziché lavorarlo tutto in una volta!), allora dovrete usare della vasellina.
Essa, infatti, ha la peculiarità di rendere il materiale più morbido ed appiccicoso. Quindi non dovrete fare altro che passarne un po’ sulla base solida e tirarla via con un panno in modo che ne rimanga solo una sottilissima patina. A questo punto prenderete il Cernit e lo poggerete sulla superficie muovendolo leggermente e facendolo aderire perfettamente finché vedrete che tirandolo via tenda a restare “aggrappato” alla base.
La vasellina può essere anche usata come additivo durante la lavorazione iniziale. In questo caso, percentualmente alla quantità di vasellina adoperata, il Cernit diventerà sempre più morbido ed appiccicoso fino addirittura a trasformarlo in una sorta di cremina (molto utile per realizzare effetti come liquami o roba schifosa di vario genere. Attenti comunque a non eccedere! Infatti, se diventa troppo morbido, non riuscirà a mantenere la forma durante la cottura e rovinerà l’effetto che cercavate. Inoltre la presenza della vasellina fa sì che dopo la cottura, il Cernit risulti leggermente gommoso, e quindi più difficilmente carteggiabile e fresabile.
E veniamo così alla fase più delicata: la cottura.
Può essere cotto in diversi modi:
1) E’ sicuramente il più comodo: la cottura in forno. Io mi sono dotato di un piccolo forno elettrico che tengo sul mio tavolo da lavoro. Il tempo di cottura è di circa mezz’ ora ad una temperatura di 130 C°.
Gli inconvenienti sono la possibilità di bruciature e la formazione di crepe sulle parti più piccole o sugli strati più sottili se questi sono già stati cotti precedentemente. Per ovviare, basta mettere un foglio di carta stagnola che faccia da filtro al calore (nel mio forno la resistenza si trova sotto,perciò è sufficiente metterlo sulla griglia) ed al limite avvolgere le parti piccole già cotte sempre con pezzetti di carta alluminio.
2) Usare un phon industriale. Non l’ ho mai adoperato, ma da quanto ho letto e molto rapido ma aumenta il rischio di bruciature, sia al pezzo….che alle vostre mani!!!
3) La bollitura! Ebbene si! Anche questo non l’ ho mai sperimentato, ma pare proprio che si possa fare, sempre che la vostra opera sia di dimensioni compatibili con le vostre pentole! In questo caso i rischi di bruciature si azzerano, ma c’ è la possibilità che si formino delle bolle d’aria.
Una volta cotto, il Cernit assume una consistenza cristallina. Ha però un’ottima elasticità.
Questo fa sì che sia abbastanza facile da maneggiare per le operazioni di stampo e riproduzione, ma anche abbastanza fragile.
Se durante la cottura si sono formate crepe o se avete bisogno di fare dei ritocchi “ a secco”, potete usare tranquillamente qualsiasi tipo di stucco, come Milliput ed altri. Se invece dovete carteggiare o fresare il pezzo, le cose si complicano un po’! Essendo abbastanza elastico a livello superficiale una carta vetrata di granatura molto fine non sortirà praticamente alcun effetto, quindi è bene che le superfici lisce siano lavorate prima della cottura (e d’altra parte una buona e paziente lavorazione con gli strumenti adatti od anche con le dita vi permetterà di ottenere superfici tirate “ a specchio”!). Carte vetrate più “grosse” o frese, invece, hanno un effetto distruttivo, quindi usatele solo per eliminare dettagli mal riusciti da ristuccare e rifinire poi col sistema che più preferite. Vi ricordo che la sua struttura interna lo rende molto fragile e friabile, quindi andateci piano con la forza!!
Insomma, il Cernit sembra avere parecchi aspetti che lo rendono ostico da utilizzare, soprattutto i primi tempi, ma ha anche tanti pregi come un prezzo ragionevole ed una vastissima gamma di possibili lavorazioni che costituiranno una continua sorpresa man mano che farete pratica col suo utilizzo!
Buon lavoro a tutti!!!!
Daniele DePaola