Duxford (GB), 12-13 Luglio 2003 – M. di Massimo e R. de Cinti
21 Ottobre 2007Scegliere un figurino per un concorso
21 Ottobre 2007La prima impressione è accattivante: per il D vengono offerti 514 pezzi (534 per il G) in 10 stampate di cui 3 per il solo armamento più la stampata dei trasparenti e quella del seggiolino. Il tutto completato dalle fotoincisioni per gli slats ed il timone, ruote e nastri munizioni in gomma, l’acetato per il pannello strumenti e due fogli decals dela twobobs. Le dimensioni sono pressoché corrette come facili sono gli incastri a secco delle superfici più grandi; belle sono anche le fini pannellature in negativo ben riprodotte, malgrado non siano corrette quelle riportate su parte della documentazione in mio possesso, specie quelle sulle ali. Discorso un po lungo e noioso ma per chi ne avesse voglia rimando al D&S n.8 del 1982, Wings of Fame vol.18, Int.Air Power rev. vol.6, R. F-105 Thunderchief di V.Geffen del 1971 e del In Action del 1974 per accorgersi che per una trama corretta delle pannellature bisogna fare un mix dei disegni proposti. La fusoliera è scomposta in tre sezioni (anche per permettere l’utilizzo del radome e della parte degli impennaggi di coda per il G) dove trovano alloggio un deludente cockpit sia per il D che per il G, di cui salverei solo il pannello strumenti scomposto nella sagoma in plastica grigia del cruscotto, l’acetato della strumentazione ed il pannello in trasparente; il bel cannone Vulcan M-61 il cui portacolpi, una volta chiuse le semifusoliere, sarà purtroppo scarsamente visibile. Il bel motore Pratt & Whitney J75-P-19W che per chi ne avesse voglia può essere egregiamente dettagliato, la sonda per il rifornimento in volo, un bomb bay da dimenticare per il dettaglio quasi nullo ed il vano carrello anteriore.
Nose e main gear che personalmente lasciano un po di amaro in bocca. Sufficientemente rappresentato è, nel carrello anteriore, il complesso degli attuatori idraulici dello steering mentre il vano e la gamba di forza vanno pesantemente arricchiti. Manca il rinforzo interno al portellone esterno del main gear, portellone sul cui disegno della parte superiore ho qualche dubbio. Mi mette tristezza invece il complesso della forcella di retrazione che a mio avviso è tutta da rifare, visto anche che il martinetto dello sblocco idraulico non è orizzontale al vano stesso come nel kit, ma bensì leggermente inclinato. Ruote in gomma. Discreto il radar: ma perché, benchè splendidamente realizzate, rappresentare solo due cerniere di apertura del radome (numerose sono le foto del radar NASAAR R-14 il cui radome di cerniere ne ha tre) e trascurare ad esempio molti e più semplici dettagli del radar stesso? Scelte della Trumpeter. Belle le ali nella loro scomposizione di flaps, slats e spoilers così come bella la sezione dei speedbrakes sul cono di scarico (malgrado su ogni petalo siano presenti tre fastidiosi e profondi ritiri della plastica), lo sportello del parafreno ed il gancio di arresto così come corretto è il timone che nel G viene giustamente rappresentato più alto. Altrettanto notevole è il vasto armamento (fornito uguale sia per il D che per il G) anche se mi rimane qualche dubbio sul pod ECM proposto visto che nel kit è presente il AN/ALQ-71 mentre sicuramente facevano parte del carico bellico le tre versioni del QRC-160 (1,2 ed 8) ed il QRC-335. Rimanendo per un momento al G, oltre al timone ben riprodotte sono anche le antenne dell’ALR-31 SEESAMS sulle tip alari mentre avrei preferito che i due lunghi contenitori ECM sulla parte inferiore della fusoliera, venissero rappresentati come pezzi a parte, così da poter rappresentare la preserie del G oppure (dopo aver carteggiato le antenne sulle tip e riposizionato le luci di navigazione) un F.
Painting & marking guide splendidi sia per i due D del 355th TFW di Takhli che per i due G del 388th di Korat. Un buon modello, considerando anche il suo predecessore che nella scala 1/32 è il vecchio vacuform della Combat Models; ma visto il costo (circa 115 euro) e visto il dettaglio di alcune parti mi sento di formulare due critiche. Non sono un esperto delle rivettature del ”Thud”, ma queste presentano un misto di recenti scelte della Trumpeter accompagnate ad una non proprio corretta conoscenza dei materiali usati sugli aerei. Non capisco la fatica di rappresentare una coperta di rivettature tutte clamorosamente uguali, dalla punta del timone fino alle cerniere del radar per non parlare della loro rappresentazione piuttosto empirica. Per fare alcuni esempi, il pannello degli accumulatori idraulici e della air turbine sul lato destro è composto da 6 viti sul bordo superiore e 4 per lato: sul modello sono 13 per 10; pannello batteria: 3 per 5 contro 12 per 9 e comunque sempre misteriosamente rappresentate sopra le cerniere di apertura. L’averle poi rappresentate così profonde può presentare non pochi problemi nel successivo invecchiamento, soprattutto qualora si voglia rappresentare il D che anche nella prima fase del Vietnam era in metallo naturale. Le mie perplessità sono poi aumentate quando, confrontate le dimensioni dei rivetti con quelle del Mustang 1/24, mi sono accorto che questi sono uguali. Non capisco come si possano proporre dettagli notevoli anche di piccole dimensioni come la presa di ventilazione dell’avionica che nel G è composta da tre parti o la pinna del fuel vent con rappresentata la griglia di uscita e poi addormentarsi sulle stampate del cockpit. Così come vengono proposte fotoincisioni per gli slats ed il timone che una volta montate non verranno neanche apprezzate, delle splendide antenne VHF COMM, del tacan (AN/ARN62), del radar doppler (AN/APN-131), la sonda RAT e poi dare due stuzzicadenti come carrello. Accordi per futuri set di dettaglio? Forse, ma ben lontani sono i tempi di scatole quali il Mig 15, l’A-10 ed il Mig 21 che rimangono a mio avviso, pur con qualche limite, tra i migliori 1/32 del mercato.